Un successo straordinario
di pubblico ha accompagnato la riapertura della grotta di Re Tiberio. Un
sistema carsico che dopo un importante intervento di messa in sicurezza ed
allestimento per la fruizione pubblica e turistica è stato riaperto al pubblico
il 17 maggio 2014. Da allora ad oggi le visite sono state quasi 1.000. Molti di
questi sono turisti, compresi diversi stranieri, che hanno transitato nel
territorio e sono venuti a conoscenza di questa particolare possibilità.
Grazie all'accompagnamento
delle guide speleologiche Massimo Bertozzi, Marta Cristiani, Piero Gualandi,
Stefano Schiassi e Stefano Sberlati, in collaborazione con La Nottola, la
gestione delle visite guidate nella grotta hanno ottenuto feedback e giudizi
molto positivi dai turisti. Nei soli ultimi due week-end hanno visitato l'antro
naturale 190 persone.
Dal 3 aprile al 30 ottobre le
visite sono gratuite e si potranno effettuare il sabato alle 15.30, la
domenica alle 10.00 e alle 15.30. Al di fuori da questi orari è comunque
prenotabile una visita a pagamento.
Il parco regionale della
Vena del gesso romagnola intanto sta progettando anche il futuro della grotta
del re Tiberio. Per la precisione si sta pensando di promuovere le visite nelle
scuole del territorio.
Per ulteriori informazioni
sulle modalità di prenotazione delle visite, prezzi è possibile contattare il
3890312110 oppure inviare una mail a retiberio@nottola.org
Scheda
turistica della Grotta del Re
Speleologia
La Grotta del Re Tiberio ha
uno sviluppo complessivo di oltre 6 chilometri e un dislivello di 223 metri, su
più livelli. Drena le acque dell’area di Monte Tondo e i torrenti sotterranei,
che hanno generato un vasto reticolo di gallerie, cunicoli, pozzi e sale, dopo
un percorso esterno di alcune centinaia di metri, confluiscono nel torrente
Senio. L’attività estrattiva ha intercettato in più punti le grotte
distruggendole in parte e alterando il percorso sotterraneo delle acque. La
Grotta del Re Tiberio ha conosciuto le prime esplorazioni speleologiche
all’inizio del secolo scorso (G.B. De Gasperi, G.B. Mornig). Le esplorazioni
sono proseguite nel secondo dopoguerra a cura del Gruppo Speleologico Faentino.
Una svolta è dovuta all’attività delle Speleo GAM Mezzano che, a partire dal
1990, ha esplorato e rilevato oltre 5 chilometri di nuove grotte.
Archeologia
La Grotta del Re Tiberio
costituisce uno dei contesti archeologici più noti e interessanti della regione
fin da quando, circa 150 anni fa, il geologo Giuseppe Scarabelli, pioniere
dell’archeologia preistorica in Italia, diede avvio alle prime ricerche a
carattere scientifico. Grazie alla recente ripresa delle indagini
archeologiche, dirette dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia
Romagna, è stata messa in luce una stratigrafia completa dei depositi più
interni, fino a raggiungere il piano basale interessato dalla presenza di
nicchie e anfratti sepolcrali. Si è avuto così modo di accertare che la grotta
venne utilizzata a scopi funerari già a partire dall’età del rame fino al
Bronzo Antico (tra il III e gli inizi del II millennio a.C.) con deposizioni
primarie e attestazione di complessi riti di manipolazione delle ossa. Quanto
alla successiva fase di frequentazione di tipo culturale è stato riportato in
luce l’intero sistema di vaschette votive della parete d’ingresso, ne è stato effettuato
il rilievo con metodologia laser-scanner e si è avuta conferma della sua
continuità dalla metà del I millennio a.C. fino ad età romana-imperiale.
Piante e
animali
Sulle pareti nei dintorni
della grotta vegeta la rara felce Cheilanthes persica, al limite Ovest
dell’area di distribuzione, che va da Monte Mauro a Monte Tondo. All’ingresso
della grotta si trovano ancora alcuni esemplari di un’altra felce, Adantum
capillus-veneris, mentre la rarissima Asplenium sagittatum è estinta
da oltre 50 anni. Il sistema di grotte e gallerie dei Gessi di Monte Tondo
ospita bene 15 specie di pipistrelli, con importanti colonie riproduttive o
invernali di miniottero, vespertilio maggiore, vespertino di Blyth e ferro di
cavallo euriale. La grotta ospita anche un’interessante fauna invertebrata, con
otto specie troglobie e eutroglofile (cioè esclusivamente o prevalentemente
cavernicole), tra cui il piccolo gamberetto Niphargus gruppo longicaudatus,
l’isopode Androniscus dentiger, due specie di acari endemiche del Re
Tiberio (Medioppia melisi e Ramusella caporiacci) e la bella
cavalletta Dolchopoda Laetitiae.
Riccardo
Isola
Ufficio
Stampa Comune Riolo Terme
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